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No Brexit, no party - Le conseguenze, i vantaggi e gli svantaggi
Compriamo casa all'estero 09/02/2020 - 20:30

Oramai la Brexit è un dato di fatto, non più un'utopia. Il governo inglese è riuscito ad ottenere quello che sembrava un sogno, ma adesso è il momento di tornare a fare i conti con la realtà. Questa decisione infatti comporterà, inevitabilmente, delle conseguenze nei mercati di ogni categoria. Vediamo insieme cosa potrebbe accadere.

 

Piccola premessa: il periodo di transizione finità con il 31/12/2020, quindi c'è ancora tempo per prepararsi.

Per deformazione professionale, mi pare ovvio partire dal settore immobiliare. Quest'ultimo sta vivendo un periodo migliore di quello italiano, fatta eccezione per le grandi città italiane, specie Milano che sempre di più assume le sembianze della city. Tante nuove costruzioni sono state realizzate e altrettante sono in corso d'opera, in particolare nella zona 1 e 2 di Londra. Appartamenti, locali commerciali e tanto altro sono i componenti dei vari lotti che compongono il tessuto immobiliare britannico. Nonostante questo, la domanda di immobili è in continuo aumento, soprattutto quella degli immobili in affitto che ha visto un aumento fino al 25% circa, con un aumento dei canoni medi di locazione del 20%.

I prezzi medi di vendita si aggirano intorno alle 8.000,00 sterline per metro quadro, variando in aumento o in diminuzione a seconda dell'immobile oggetto di interesse. Nei prossimi anni gli esperti prevedono un aumento di questi prezzi fino al 15% rispetto agli anni precedenti, grazie forse anche all'euforia del momento. Si tratta di scenari probabili ma non certi, ma va da sè che gli effetti della Brexit ormai si considerano digeriti dagli attori del settore e anche se essa produrrà effetti frenanti nel breve termine, sicuramente comporterà benefici nel medio lungo termine. Gli Inglesi hanno tanti difetti, ma con il calcio e con l'economia non scherzano.

 

Ovviamente ci saranno effetti anche sul residenziale, sul commerciale e sui redditi medi dei cittadini. Sembra che saranno effettuati controlli più stringenti per favorire l'ingresso solo a lavoratori specializzati, con risvolti inevitabili su servizi, turismo, cura etc. A livello commerciale restiamo in attesa dei nuovi accordi che la Gran Bretagna andrà a stipulare, in particolare con gli USA. Imposizioni più drastiche sulla circolazione dei beni e sulla logistica in generale, potrebbe creare un po' di tensione. 

 

E per noi italiani? 

Potrebbero esserci modifiche sull’accesso al Paese per motivi di studio, lavoro o turismo, anche se sarebbe da stupidi imporre dei limiti sotto questo punto di vista, dato che sono colonne portanti su cui si basa il regno della regina, ma visto come la pensano i cugini Australiani non mi meraviglierei. Sicuramente a partire dal 2021, non sarà possibile varcare il gate senza un passaporto, cosi come una patente internazionale. Fino alla fine dell'anno ripeto che nulla di tutto questo accadrà, quindi la carta di identità valida per l'espatrio, la tessera europea sanitaria e la tua patente sono ancora salve se hai in mente di viaggiare verso il regno unito.

 

Sarà un anno frenetico in sostanza! 

 

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