Chiudiamo il cerchio sulla disciplina dell'estimo, analizzando l'ultimo ramo che riguarda principalmente la valutazione di un risarcimento o di un'indennità causata da un danno.
Prima di procedere è bene ricordarsi cosa intende per "danno" il legislatore. Si chiama danno, una qualisasi diminuzione di valore dovuta ad un atto doloso, colposo o aleatorio. Chi compie il danno è il soggetto responsabile e obbligato all'indennizzo o al risarcimento.
L'analisi deve essere effettuata secondo due aspetti:
- Materiale o tecnico
- Economico o finanziario
Nel primo insieme rientrano tutti i costi necessari per ripristinare l'andamento normale dei redditi che si possono percepire da un bene, mentre nei secondi rientra il famoso mancato guadagno per i redditi non percepiti.
Nella pratica, questa branca della disciplina, può essere utilizzata nei casi più semplici come la stima dei danni provocati da incendio o grandine, fino alla stima della indennità per esproprio, passando per la stima delle servitù prediali o altri diritti reali di godimento.
Giusto per comprendere meglio, la stima del danno da grandine viene affrontata in termini di frutti pendenti o anticipazioni colturali, seguendo un procedimento di stima secondo i redditi futuri.
Nel caso di incendio occorre distinguere se il bene è andato totalmente distrutto o parzialmente distrutto. Bisogna tenere conto che il danno è proprozionale all'entità delle spese da sostenere per il ripristino del bene, sia esso totale o parziale, considerando il valore positivo dei beni che possono essere recuperati.
Passando alle servitù notiamo che la stima si riduce ad una semplice sottrazione tra il valore del bene senza servitù e il valore del bene con la servitù, ma per ottenere il giusto valore di quest'ultimo occorre dividere tra:
- Servitù coattive
- Servitù volontarie
Nel primo caso è la legge che stabilisce il valore della servitù sul fondo servente, mentre nel secondo gruppo sono le parti che stabiliscono la sua entità. Entrambe possono essere perpetue per esigenze permenenti del fondo dominante, o in alternative temporanee se viene tutto limitato nel tempo.
Interessante è anche la stima dell'indennità di esproprio, che si differenzia sulla base della natura dell'area in oggetto. Essa può essere:
- Edificabili
- Edificate
- Non edificabile
Per quelle edificabili viene stimato il valore del bene, oggetto di deprezzamento o apprezzamento qualora vi sia un intervento di natura sociale o quando esiste un accordo di cessione. Per le aree edificate si fa riferimento al valore venale del bene, tenendo conto solo del suolo qualora vi siano degli abusi. Infine per le non edificabili si stima il valore agricolo del fondo e dei manufatti esistenti su di esso.
Questa parte di estimo trova ampia residenza nella legislatura italiana e viene in aiuto anche per la stima di un usufrutto, cosi come di un diritto di superficie o infine di uso e abitazione.
E' sottointeso che un soggetto stipula delle polizze assicurative proprio con l'obiettivo di ridurre l'entità di questi danni. Sarà proprio compito del perito assicurativo stabilire in che misura possono essere coperti eventuali danni, a seconda che essi siano ordinari o straordinari.